In un mondo invaso dalla “messaggistica istantanea”, in cui tutti sono in contatto con tutti ad una velocità esorbitante, c’è forse però un canale di comunicazione che sembra essere ancora più celere della IM. Alta tecnologia e strumenti all’avanguardia? No, nulla di tutto ciò. Niente computer, cellulari o quant’altro: il mezzo privilegiato è la fede. E’ nota ormai a molti la nota vicenda di “Padre Pio e l’angelo custode”.
Certo, nessun riscontro con la scientificità moderna; ma, per chi ci crede, l’efficacia del mezzo non ha avuto eguali. Testimonianze al riguardo sono numerosissime e non si limitano alla nostra area geografica. Un contatto senza confini territoriali che, privo di foto o tweet, ha riscontrato molti più follower di famose celebrità mondiali. Persone aiutate durante un colpo di sonno alla guida, mayday lanciati da un aereo in preda alla tempesta, richieste di supporto per una grave malattia.
Testimonianze incredibili e forse anche surreali, che però hanno un unico filo conduttore: l’angelo custode di Padre Pio. Un instancabile vigilante sempre attento alle emergenze di tutti, anche dei più scettici ed audaci. Un vigilante che, come giusto che sia, si avvale di fidati collaboratori: angeli custodi, mandati da ogni parte del mondo. E se, troppe volte, di fronte al nostro computer, ci siamo lamentati di una connessione Internet lenta e fastidiosa, quella di padre Pio sembrava avere invece sensori attivi 24 ore su 24.
E di fronte alla incredulità di molti, la secca e umoristica risposta del frate lasciava senza parole: “Mi credi sordo?”. Insomma, nulla da invidiare alle tecnologie moderne che, forse, invece di avvicinarci, ci allontanano da un fondamentale contatto spirituale e intellettuale con l’altro. Un contatto e un supporto che Padre Pio non negava a nessuno e che lo impegnava costantemente. Una connessione fatta di tramiti “speciali e obbedienti”, instancabili viaggiatori che Padre Pio esortava a scomodare più spesso. Non era di certo un disguido tecnico a fermarli.
Dora Cassano