Al mattino ti sembra così facile, hai un’intera giornata davanti e l’impegno che comporta viverla ti sembra così naturale, così a portata di mano; la sera non sai già più né chi sei né cosa hai fatto.” Tre amici, le indecisioni e le difficoltà in una Milano del passato.
Questi i punti di Ti vestirai del tuo vestito bianco, il libro di Ferruccio Parazzoli edito per la prima volta da Frassinelli nel 1997 e riproposto in questi mesi nella collana Oscar della Mondadori. Il protagonista è un ventiseienne che conduce un’esistenza apatica nella sua mansarda in affitto nella Milano degli anni Sessanta, tra gli studi inconcludenti ed un lavoro in ufficio. Qui incontra Lorenzo, un collega con qualche anno in più, uomo modesto e silenzioso che presto lo coinvolgerà in un’amicizia inaspettata. Il protagonista viene assorbito dalla grigia esistenza di Lorenzo, dalla sua passione per la poesia e per le traduzioni, dal suo bisogno di condivisione con la moglie e con una amica. Regina è l’amica, una donna giovane ed acerba, colei che sarà al centro di una triade fatta di amicizia, affetto e gelosie, che non porteranno ad un vero e proprio rapporto con nessuno ma per i quali diverrà la figura più misteriosa e cruciale dell’intera vicenda.
Parazzoli, scrittore che fa di Milano lo scenario di tutti i suoi libri, ci conduce, attraverso questo suo esercizio attento e raffinato, in un clima fortemente neorealistico, dove l’indecisione, il disagio e la remissione sono sensazioni che divengono tattili.
Un rimorso, di cui non sia chiara la causa, accompagna ogni atto e pensiero, così come si dice accompagni quel genere di peccati che sono tali proprio per non essersi mai incarnati e che vengono perciò chiamati di omissione. Fantasmi di azioni mai giunte a nascere, feti che si gonfiano nella mente e mai prendono corpo. Atti mai compiuti, folla di figli mai nati, danno di ciascuna esistenza ciò che essa è, più degli atti compiuti, più delle azioni condotte a termine, di modo che la vita di ognuno risulta soltanto l’immagine in negativo di quanto essa stessa avrebbe potuto essere e non è stata. Oggi so che questa, e non altro, è la principale ragione della nostra insanabile scontentezza: la nostalgia per tutto quanto non abbiamo mai vissuto, il dolore dolce che ci accompagna e che non troverà consolazione.
Ti vestirai del tuo vestito bianco, Ferruccio Parazzoli , Oscar Mondadori, euro 8,40
Giulia Siena