Il virtuoso esempio turistico e agroalimentare di una realtà post industriale che fa scuola nel mondo
—- Da territorio quasi totalmente consumato e depauperato dall’industrializzazione e senza una precisa identità a fiorente bacino culturale, turistico e di eccellenze agroalimentare. La storia recente del comprensorio di Torino e della sua provincia riflette lo slancio che il Gal sta tentando di dare al suo territorio.
Trait d’union tra le due realtà è stato il Visit Tour, svoltosi nei giorni scorsi in occasione del “Salone internazionale del Gusto” e di “Terra Madre”, che ha visto protagonisti 16 operatori appartenenti ai settori della ristorazione e dell’agroalimentare, i quali hanno avuto modo di interagire e toccare con mano l’incredibile evoluzione post-industriale Fiat, innescatasi meno di quindici anni fa con l’assegnazione delle Olimpiadi invernali del 2006.
Asse portante di questo processo è “Turismo Torino e Provincia”, soggetto capace di catalizzare tutte le potenzialità e gli operatori (anche Enti ed Istituzioni) e di creare un’ingente forza lavoro in maniera diretta ed attraverso l’indotto. In pochi lustri, Torino, per decenni imperniata sull’impero Fiat, ha riscoperto e preso consapevolezza del proprio patrimonio storico, artistico, culturale, naturalistico ed enogastronomico.
Il cambio di passo e di vision strategica ha dato un forte impulso al tessuto sociale ed economico di Torino, divenuta meta ambita del turismo mondiale. Dunque, gli imprenditori daunofantini, hanno potuto prendere contatto e confrontarsi con autorevoli stakeholders: “Turismo Torino”, “Museo del Gusto” di Frossasco, il distretto produttivo della Provincia (visitate le tre più importanti aziende nel campo vitivinicolo e dell’allevamento), “Il Salone internazionale del Gusto e Terra Madre”.
“Dopo la Val di Fassa e la Romagna, anche questa esperienza ha entusiasmato e lasciato il segno nel percorso di crescita professionale della nostra classe imprenditoriale – spiega Michele D’Errico, Presidente del Gal Daunofantino -. Il Visit Tour si dimostra strumento utile e necessario, poichè i nostri operatori hanno bisogno di stimoli e formazione continua per restare competitivi. Con questo non voglio affatto sminuire il nostro contesto, anzi, ribadisco che abbiamo tutte le carte in regola per tenere testa alle migliori realtà internazionali, ma per farlo c’è bisogno di presa di conoscenza delle nostre potenzialità e continuo impegno per tenere alto lo standard della nostra offerta”.
“L’esperienza di Torino – sottolinea D’Errico – è un insegnamento per tutto il nostro territorio e non solo per gli operatori. Quel comprensorio da bruco è diventato farfalla grazie ad un determinato cambio di passo delle Istituzioni, dell’imprenditoria, del mondo sociale che hanno saputo fare fronte comune nei loro intenti. E’ come se ci fosse uno strato di polvere che, dopo un’accurata ed amorevole pulizia, è stato spazzato via ridando il meritato ed originario lustro. Il mio auspicio è che, anche grazie alle azioni del Gal, l’area daunofantina possa in breve tempo completare tale metamorfosi e raggiungere la sua maturità sociale ed economica”.
Articolo pubblicato mercoledì 29 ottobre 2014 alle ore 13.36