“Voglio esser mamma!” è il titolo del libro di Angela Napolitano (logopedista di San Giovanni Rotondo) pubblicato dall’edizioni “Il Castello”. Un volume emozionante che racconta del difficile “mestiere” di essere genitori di bambini adottati. In questa intervista ci racconta la sua esperienza dove l’amore trionfa su ogni ostacolo che la realtà, giorno dopo giorno, impone.
Come è nata l’idea di scrivere questo libro?
Ho scelto la scrittura come terapia di guarigione e risoluzione dei conflitti emotivi. Ho scritto in terza persona per capire meglio e con più lucidità quello che stavo pensando. Ho potuto rivedere il passato e il presente sgombro dalla nebbia per poter progettare meglio il mio futuro e quello della mia famiglia.
Quali sono le difficoltà più comuni che incontrano i genitori oggi dopo aver deciso di adottare un bambino?
Le maggiori difficoltà per l’adozione nazionale sono molto spesso i tempi d’attesa e soprattutto l’età del bambino. In effetti il più delle volte i bambini adottabili in Italia sono troppo grandi. Invece, le maggiori difficoltà relative all’adozione internazionale sono i costi e la burocrazia. Dopo l’ingresso del bambino in famiglia la maggiore difficoltà riguarda la difficile gestione della ferita del lutto per la perdita e la separazione dall’ambiente di provenienza, indipendentemente dalle condizioni dell’istituto.
Questa difficoltà molto spesso determina un disturbo di attaccamento genitore- figlio che si ripercuote in ambito relazionale rendendo il bambino instabile e irrequieto soprattutto in ambito scolastico dove si richiede maggiore compostezza, attenzione e concentrazione. Proponiamoci come obiettivo il raggiungimento della serena normalità e tutto sarà straordinario!
L’adozione è un tema molto attuale soprattutto a seguito del sisma che ha colpito Haiti nel mese scorso. Come ha vissuto questo tragico evento?
Il sisma di Haiti ha generato nel mio profondo un senso di angoscia ma soprattutto un sentimento di genitorialità universale.
Ostacoli burocratici, lunghi tempi di attesa, incertezze e spesso poca collaborazione da parte delle istituzioni. Con quale spirito bisognerebbe affrontare questa difficile “scalata”?
Durante la presentazione del mio libro sono stata definita una persona solare, imprevedibile e scoppiettante. Cerco di affrontare la vita con il sorriso, la chiarezza e la testardaggine che deriva dall’amore.
La mamma è la “prima cosa bella”, come ci ricorda il film di Virzì uscito in questi giorni nelle sale cinematografiche. Si può spiegare con le parole il legame tra una madre e un figlio? Se sì, come?
Il film non l’ho ancora visto. Se dovessi spiegare il legame tra madre e figlio con alcune parole del mio libro direi : “Quell’amore che fa traballare il cuore e vibrare l’anima. L’amore è una madre che abbraccia suo figlio indipendentemente dalla sua provenienza, dal suo corredo genetico e dal suo temperamento. L’amore è quel figlio venuto da lontano che finalmente ti rende mamma e papà. L’amore è chi vuole diventare genitore.”
Ha dedicato il suo libro a qualcuno? Se sì, a chi?
Ho dedicato il mio libro a mio marito e ai miei due figli che con la forza dell’amore mi hanno insegnato ad amare.
Quanto conta la presenza di Dio nell’affrontare una scelta simile?
Se la presenza di Dio nella scelta della genitorialità sia essa adottiva, biologica o affidataria viene vissuta come occasione di discernimento tra male e bene allora è determinante.
Nella foto: Angela Napolitano