Il 23 Settembre 1968 si spegne nell’umile paesino di San Giovanni Rotondo Francesco Forgione, ordine dei Frati Minori Cappuccini, investito dei panni di probazione nel 1903 e conosciuto ai più come Padre Pio da Pietrelcina. Veloci e ampiamente acclamate le pratiche che avvieranno il suo processo di canonizzazione. Esattamente un anno dopo, nel 1969, si cominciano a raccogliere i primi materiali. Ma la strada è tutta in salita.
Discusso da vivo, ma ancor più da morto, Padre Pio si vedrà ancora contestato da nemici di lunga durata. Numerose testimonianze, nonché disposizioni e documenti, permetteranno però di inviare a Roma le pratiche necessarie nel 1979. Ci siamo. Nel 1982 giunge il tanto sudato “nulla osta”. Riconosciutogli quindi il titolo di “servo di Dio”, viene reso venerabile nel 1990. Si avvia così verso le tappe della beatificazione, giunta il 2 maggio 1999. Si attende ora con trepidazione un miracolo. Miracolo che non tarda ad arrivare.
Il piccolo Matteo Colella, affetto da una meningite fulminate, sembra giovare della benevolenza del frate. Guarisce inspiegabilmente, sotto l’incredulità di medici e dottori. Sarà lo stesso ragazzo, uscito dal coma, a riconoscerne l’intercessione, in seguito ad una visione del frate avvenuta nel letto d’ospedale. Nessuno sa dare una risposta all’accaduto. La consulta medica della Congregazione per le Cause dei Santi ne riconosce l’inspiegabilità scientifica. Un anno dopo, il 20 dicembre 2001, il miracolo viene promulgato e il 16 giugno 2002 papa Giovanni Paolo II lo proclama santo in piazza San Pietro.
E’ proprio l’ex sacerdote polacco ad avere il merito di concedergli la santificazione, quella tanto desiderata “incoronazione religiosa”, acclamata dai fedeli al pari delle più somme e prestigiose incoronazioni poetiche; proprio quel sacerdote che lo conobbe in giovane età e che in due circostanze pregò sulla sua tomba, una volta da cardinale nel 1974, e una volta da pontefice nel 1987. L’entusiasmo dei fedeli è incontenibile. Da quel momento una serie di reazioni a catena. L’affluenza nel piccolo paesino continua a crescere senza sosta. L’ umile convento nel quale il frate aveva operato in vita sembra diventare stretto.
A Renzo Piano il compito di realizzare una nuova dimora per i fedeli. Le critiche e le contestazioni continuano. Ma per chi veramente amò e continua ancora ad amare il frate, le polemiche sembrano non contare perché la grazia di un santo di questo calibro le eclissa interamente. E i fedeli continuano a crescere, così come continua ad espandersi, come un profumo di rose, il dolcissimo messaggio religioso che il Santo ha lasciato a tutti i suoi fedeli.
Dora Cassano