Un esempio da cui San Giovanni Rotondo dovrebbe prendere spunto
— Monte sant’Angelo a pochi chilometri da San Giovanni Rotondo, è uno dei simboli della cristianità. Meta di numerosi pellegrini provenienti da tutto il mondo, oggi è patrimonio Unesco. Da Monte arriva una bella notizia, di quelle che fanno ben sperare e dalle quali San Giovanni Rotondo dovrebbe prendere spunto.
Ritorna, infatti, a battere il cuore di Monte Sant’Angelo, lo Junno suo caratteristico centro storico, pronto a dare linfa vitale alle altre membra di un corpo, quello della città patrimonio Unesco, che ha forza e volontà per riabilitarsi attraverso un’assistita e forte cura ricostituente dal nome ‘Idee a Monte. Idee e progetti per valorizzare Monte Sant’Angelo a partire dal suo patrimonio storico,culturale e ambientale’, presentata ieri sera presso l’ex Convento delle Clarisse.
‘Idee a Monte’, un percorso innovativo di rigenerazione urbana che conduce alla rivitalizzazione e alla rinascita del centro storico, è la punta di diamante di questa fase rioganizzativa e propulsiva della città dell’Arcangelo che si impernia sul dialogo, sul confronto, sull’ascolto dei bisogni degli abitanti di Monte Sant’Angelo e sul coinvolgimento in prima persona dei cittadini nella realizzazione di un progetto strategico della città. In tal senso una forte esortazione è giunta dal sindaco Di Iasio, sindaco di Monte Sant’Angelo. “Ascoltare le istanze e i bisogni degli abitanti, coinvolgerli nelle scelte di governo del territorio, quelle che maggiormente incidono sulla qualità della vita dei cittadini, realizzare una strategia di comunicazione capillare ed efficace: è il processo di partecipazione e condivisione attraverso il quale l’Arci Nuova Gestione assieme all’amministrazione comunale e al Parco nazionale del Gargano vuole affrontare organicamente il tema della riqualificazione di Monte Sant’Angelo, partendo dal centro storico, con interventi di largo respiro e lunga durata – ha spiegato Di Iasio- Il percorso ‘Idee a Monte’, si propone la strategica partecipazione dei singoli cittadini, delle associazioni, delle scuole, degli ordini professionali, e dell’intera cittadinanza nella elaborazione della visione futura del paese in un processo di approfondimento che porti a scelte condivise. Obiettivo del processo è quello di stimolare la partecipazione dei cittadini alle scelte di governo del territorio, annullando le distanze fra scelte strategiche ed effetti sulla qualità delle singole vite, reinventando la comunicazione fra istituzioni e comunità: la partecipazione dei cittadini potrà misurarsi con un programma concreto di rigenerazione urbana e con la possibilità di verificare la rispondenza delle scelte agli obiettivi condivisi”.
“Riqualificare migliorando dev’essere la nuova stella polare del Gargano, avendo come trait d’union l’integrazione – ha chiosato il presidente Pecorella- In questo senso l’Ente Parco può fare da soggetto coordinatore e collante fra le varie realtà e peculiarità. Il 2012, anno della scopritura della targa Unesco per Monte Sant’Angelo, è il momento perfetto per cominciare per far muovere i primi passi al turismo garganico che deve partire proprio dalla città dell’Arcangelo, sulla quale il progetto di ospitalità diffusa calza perfettamente e valorizzerebbe davvero l’unicità di questi luoghi. Il settore turistico di tutto il Gargano è letteralmente schiacciato dalla pressione antropica derivante dall’offerta balneare che letteralmente taglia fuori le zone interne ed i mesi non estivi. L’offerta del Gargano deve basarsi su modelli di sviluppo che garantiscano economia ed occupazione costante durante tutto l’anno. La mia idea –ha evidenziato- è stata sempre quella di dire basta ai ‘campanili’. Avremo futuro solo se saremo in grado di fare un gran concerto unico di tutti i campanili. Su Monte Sant’Angelo il Parco sta puntando molto, come dimostra, ad esempio, il finanziamento pari a 650mila euro, dei lavori di via Carlo D’Angiò, che mirano anche al miglioramento del sagrato del Santuario di San Michele. Ma, più in generale, l’Ente Parco, attraverso l’istituzione della Cabina di Regia, ha deciso di dare spazio a progetti esecutivi per recuperare il gap lasciato da ‘Area Vasta- Capitanata 2020’ che ha lasciato le teste piene di sogni e le tasche vuote. Bisogna fare quello che si dice e dire ciò che si fa. Iniziamo da un nuovo modo di pensare e d’investire. Diciamo basta alle speculazioni edilizie ed industriali che hanno deturpato e saccheggiato irreparabilmente il nostro Gargano. Piuttosto, puntiamo davvero sui nostri saperi e sapori non solo a parole. Ancora troppo poche le strutture ricettivo-turistiche che utilizzano i prodotti locali”.
A fare eco ai due interventi istituzionali è stato l’appello di D’Errico (dell’associazione Arci Nuova Gestione Monte Sant’Angelo) ai suoi concittadini. “Non possiamo più delegare agli altri il nostro futuro. Nel recente passato, c’è chi ha scelto per noi ed oggi, ci ritroviamo con una Monte Sant’Angelo moribonda, dall’economia sventrata e affetta da cronica emorragia di giovani. Ora – ha concluso – ci sono il tempo e le opportunità per essere attivi e partecipi in prima persona ed evitare che altri continuino a rubarci il futuro. Non dilapidiamo anche questa chance”.
Molto interessanti ed apprezzati i due interventi tecnici di Rignanese, consulente Pug del Comune di Monte Sant’Angelo e Sciannameo, esperto di politiche comunitarie.
“Il vero vulnus di Monte Sant’Angelo – ha dichiarato Rignanese- è che c’è un inestimabile patrimonio che non riesce a diventare risorsa. Il punto di partenza dev’essere lo Junno, epicentro della storia e della cultura, attorno al quale si è sviluppato nei secoli il contesto cittadino. Il centro storico di Monte Sant’Angelo è una trama ricchissimi di spazi (gli ampi e caratteristici cortili) attorno ai quali la gente viveva e produceva. Dunque, va messo in ordine quello che già c’è pensando alla 3^ generazione dei turisti, quella che non vuole servizi massificati, bensì differenziazione dei luoghi di qualità che vanno assaggiati con attenzione nelle loro peculiarità. Quindi – ha concluso- va realizzata un’idea di albergo diffuso che non aggiunga altre volumetrie a quelle esistenti, ma recuperi i luoghi esistenti, all’interno dei quali bisogna sviluppare un’attività che non sia meramente alberghiera. Piuttosto si pensi a rivitalizzare gli usi, i costumi, le arti ed i sapori della tradizione, in modo tale da rimettere in moto l’economia e l’occupazione”.
Gli strumenti finanziari per poter realizzare queste idee sono stati presentati da Sciannameo. “L’apertura di questa discussione vuol portare ad una conclusione di sintesi condivisa e concreta. Il turismo culturale è in forte ascesa (+30% su scala nazionale), ma è fortemente vincolato dalla qualità dei servizi ed opportunità che si offrono a chi è in cerca della sua destinazione. Qui a Monte, così come su tutto il Gargano- ha sottolineato Sciannameo-, bisogna puntare sull’antropizzazione zero e sul miglioramento della qualità della vita dei residenti, elementi che si riverberano automaticamente su uno sviluppo dinamico e sostenibile. In tal senso, ci sono fondi regionali, nazionali ed europei che aiutano l’intervento del soggetto privato che vuol investire nella propria terra, come ad esempio i PIA Turismo(Pacchetti integrati d’agevolazione) che consentono l’ampliamento, l’ammodernamento, la ristrutturazione ed il recupero di immobili di pregio da convertire a ricettività (anche albergo diffuso). Tale strumento finanziario eroga il 45% a fondo perduto, mentre il restante 55% lo si può ammortizzare anche con un mutuo”.
Per chi fosse interessato a presentare la propria idea progettuale e\o avere chiarimenti (anche personalizzati) sulle modalità d’investimento, il Comune di Monte Sant’Angelo e l’Arci hanno già aperto un apposito front-office presso le proprie sedi ed hanno messo a disposizione sui propri siti web apposita modulistica da inoltrare ai tecnici.
Sabato 29 dicembre 2012, ore 18.29