Ogni anno in molte case della città di San Giovanni Rotondo viene ospitato il quadro della Madonna dei Sette Veli con gli addobbi tipici di questa festività. L’usanza vuole che si prepari accuratamente il luogo dove l’icona mariana si fermerà in attesa del popolo nei giorni 14 e 15 agosto. Siamo andati a scoprire da dove nasce il culto per la Madonna dei Sette Veli, le motivazioni che spingono i cittadini a prolungare la tradizione e i preparativi che fervono nelle famiglie che mettono a disposizione le proprie case, a pian terreno, che accoglieranno il Sacro quadro. Attraverso l’intervista a Pasquale Siena, da anni colui che “veste le Madonne” del centro storico, ripercorriamo la storia del culto, l’evoluzione dell’usanza e i significati che assumono i vari oggetti che completano l’esposizione iconografica.
Come nasce a San Giovanni Rotondo la tradizione della Madonna del 15 d’agosto?
La tradizione della vestizione della Madonna è di origine della città di Foggia ma col tempo si diffuse in tutta la provincia. La Madonna Iconavetere, è un’antica immagine raffigurante la Vergine Kyriotissa o Nicopeia, affiorata sulle acque di un pantano nei pressi del quale era stata occultata avvolta in drappi o veli, probabilmente per sottrarla alla furia iconoclasta dei dominatori Saraceni sul Meridione. Il fagotto di stracci fu ritrovato,in seguito ad un periodo di peste e carestie, da un pastore che pascolava nei pressi di Foggia. La notizia del ritrovamento del drappello di stracci che custodiva l’immagine di questa Madonna mai vista, si diffuse nella città e l’icona fu portata in processione. Di lì a breve, l’epidemia che affliggeva la comunità sangiovannese si estinse e ciò fu attribuito proprio al ritrovamento del quadro sacro. Questa è una delle leggende che ci sono state tramandate dai devoti antenati.
Quindi da qui il nome di Madonna dei Sette Veli?
Si, infatti alle persone che arrivavano in pellegrinaggio veniva offerto un pezzetto di quella stoffa che avvolse l’icona. La gente custodiva con cura la reliquia cucendola in un quadro di stoffa bianca, ricamandoci attorno dei disegni con filo d’oro, col tempo i ricami e i quadri divennero così preziosi che erano parte del corredo delle giovani fanciulle e soprattutto erano meta di fedeli che accorrevano all’esposizione nei giorni di Ferragosto nelle case dei vari rioni.
Questa esposizione delle icone è ancora un mezzo per avvicinare i concittadini fra loro?
Negli anni scorsi l’esposizione del quadro era una tradizione che permetteva al vicinato di partecipare attivamente:le spose offrivano i loro veli, le coperte di seta colorata, i vasi di basilico. Così avviene ancora nel centro storico.
Come avviene la vestizione?
Nei giorni che precedono la festività l’interno di una casa a pianoterra viene riccamente addobbato con il quadro di stoffa bianca e ricami al centro, le pareti ricoperte e nascoste dai veli bianchi, piante di basilico (non vi erano piante in piena estate) a profumare e colorare l’ambiente. All’esterno veniva appeso un lenzuolo bianco dal quale pendevano fazzoletti come abbellimento (alcuni dicono come simbolo delle fiammelle del Purgatorio).
Intervista di Giulia Siena